mercoledì 17 ottobre 2012

Considerazioni dei due mesi!

La volontaria del mio centro locale in Italia che mi chiede di scrivere un pensiero sull'esperienza fino ad ora per la presentazione dei nuovi programmi e io che finisco per scrivere un documento completo di word! Questo è quello che la mia mente contorta ha prodotto!

Quando alla prima presentazione ti dicono che Intercultura ti cambia la vita, non ci dai molto peso, o per lo meno, non abbastanza! Io ero eccitata, era la cosa più grande che mi fosse mai successa, anche se non era ancora successa! Pensavo sarebbe stata una bella esperienza, istruttiva, che mi avrebbe arricchita. Il sentimento che provavo era voglia di cambiare, di novità e di avventura! Solo ogni tanto mi rendevo conto di che grande cambiamento sarebbe stato, ma non era il mio pensiero fisso come quello della partenza!
Quando poi sono iniziati gli incontri, con i volontari e con gli altri ragazzi la situazione è un po’cambiata!
Ho iniziato a capire a cosa andavo incontro, non era semplicemente una vacanza, sarebbe stata dura, impegnativa, probabilmente non sarei stata all’altezza!
Ma l’altra parte di me non vedeva l’ora di partire, di vedere cose nuove e di dimostrare che potevo farcela; non mi ero accorta di quanta fortuna avevo avuto, non avevo pensato al fatto di essere fra quei 1500 ragazzi che ce l’avevano fatta!
Incontrando tutti gli altri ragazzi che sarebbero partiti con me, si è creato un legame in pochissimo tempo perché eravamo tutti sulla stessa barca, non vedevamo l’ora di fare nuove esperienza e vivere ogni secondo quello che per me era un sogno che avevo da molto tempo!
Ora che sono qui, non dico che i miei sentimenti siano completamente cambiati, ma parzialmente sì! Forse perché io sono cambiata; in due mesi che sono qui, mi sembra di essere una persona completamente diversa, decisamente cresciuta!
Ho sempre combattuto con la mia timidezza, è stato forse uno dei principali motivi che mi hanno spinto a partire, riuscire ad essere finalmente me stessa!
E mi sto rendendo conto di quante cose non ho mai avuto il coraggio di fare a casa e qui invece sono diventate la quotidianità, non c’è tempo per essere intimoriti se vuoi anche solo essere visto.
Funziona così: se hai un problema parlane con qualcuno perché riusciranno in qualche modo a risolverlo, se decidi di tenertelo per te nessuno ti conosce abbastanza bene da capire che vuoi essere aiutato e il tuo resterà un problema che molto probabilmente non riuscirai a risolvere!
E’ anche vero che non sono tutte rose e fiori. Spesso mi fermo a pensare che sono già passati due mesi e io ancora non riesco a parlare fluentemente come vorrei e il fatto che la mia nuova lingua sia semplicemente l’inglese mi fa stare ancora peggio! Ci è sempre stato detto di non confrontare la nostra esperienza con quella di altri, ma è inevitabile farlo quando i ragazzi in Norvegia capiscono se gli viene parlato in norvegese e io continuo a sognare in italiano!
Ma c’è anche la questione nostalgia. Due tipi di nostalgia sto sperimentando: la prima che ti voler avere tutto ciò che è la tua vera casa, la meno difficile da superare; basta pensare al sogno che sto vivendo e a quanto sia già passato, che l’unica cosa che rimane e la voglia di assaporare ogni momento. La più faticosa è quella che tira fuori tutti i lati negativi della tua nuova vita, non che in Italia sia tutto magnifico, (anzi!)  ma a volte in queste situazioni è davvero dura, spesso però basta un piccolo gesto della tua meravigliosa famiglia ospitante per far tornare il sorriso!

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